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COME FARE IL PELLET IN CASA

La Guida per orientarsi su come fare il pellet in casa
Completa e Curata dai veri Esperti delle Attrezzature del Taglio del Legno

Se fino a pochi anni fa sembrava qualcosa di impossibile se non addirittura impensabile, oggi il pellet fai-da-te è divenuta una realtà concreta, pratica e veloce.

Cos’è il pellet?

Il termine pellet ormai, è diventato di uso comune nel nostro vocabolario, tuttavia le informazioni al riguardo sono molto discordanti tra loro, vediamo allora di porre chiarezza. Prima di tutto va chiarito che con “pellet”, si indica la  forma cilindrica di un prodotto di piccole dimensioni molto simile ad un tappo di sughero per la sua forma.

Ma perché utilizzare il pellet, quando in natura è facilmente reperibile una grande quantità di legno allo stato naturale? La risposta è racchiusa in pochi, ma innegabili vantaggi:

  • Per prima cosa va considerato il problema di smaltimento degli scarti di lavorazione delle grandi aziende che lavorano il legname. La segatura infatti, è un materiale naturale, ma in grandi quantità rappresenta un vero e proprio problema ecologico di smaltimento, senza considerare poi i costi per il suo trasporto;
  • Un ulteriore vantaggio deriva dal fatto che il pellet di legno aiuta a ridurre il numero di alberi da abbattere per la produzione di legna da ardere;
  • Un altro grande vantaggio è rappresentato dal fatto che il suo grado di inquinamento durante la fase di combustione è il più basso in assoluto e non danneggia lo strato di ozono;
  • Anche l’aspetto pratico e logistico è molto più comodo e semplice da gestire. Utilizzare come fonte di riscaldamento il pellet infatti permette all’utente di risparmiarsi la scomodità di una legnaia, e di conseguenza occupare molto meno spazio. Il pellet infatti occupa solo 1/5 dello spazio della legna da ardere ed è confezionato in pratici sacchetti da 10-15 Kg.

Ecco una semplice tabella di comparazione di vari combustibili con il pellet, dove per P.C.I. si intende potere calorifico inferiore, cioè il potere calorico che non tiene conto del calore latente di evaporazione dell’acqua. Semplicemente, dall’energia totale che viene sprigionata dalla combustione viene rimossa la parte necessaria all’evaporazione dell’acqua contenuta nel combustibile.

Tipo di combustibile Unità di misuraResa calorica (P.C.I)
Pellet di legnoKg4.400 Kcal/h
Legna da ardereKg2.500 Kcal/h
MetanoLt8.200 Kcal/h
GasolioKg8.500 Kcal/h
G.P.LMc21.500 Kcal/h

Punti fermi sulla produzione del pellet:

Per la corretta produzione del pellet, è importante conoscere e seguire alcuni punti fermi al riguardo:

Pellet fai da te
  • Umidità: Per essere termoformato ogni materiale deve avere uno specifico grado di umidità, che nel caso del legno varia tra il 10 e il 14%;
  • Granulometria: Il materiale che va pellettizzato deve avere una granulometria non superiore a 1 cm;
  • Durezza: Le legna con differente durezza hanno comportamenti diversi durante la loro lavorazione, diventa indispensabile quindi trovare la compressione ottimale della trafila per ottenere un pellet di qualità;
  • Compressione Trafila: Per compressione della trafila, si intende il rapporto tra il materiale e il suo tempo di permanenza nel foro della trafila. Maggiore è la durezza del materiale, minore sarà la compressione della trafila, al contrario, una minor durezza del materiale corrisponde una maggiore compressione della trafila.

Un ulteriore aspetto importante del pellet è il contenuto ceneri: al contrario della legna da ardere che presenta un contenuto acqueo superiore al 40%, che ne causa il drastico abbassamento del potere calorifico, il pellet di buona qualità offre dei contenuti ceneri addirittura inferiori anche all’1% del peso totale e del 10% di acqua. Cosa vuol dire questo?

Vuol dire che la macchina che lo brucia, offre all’utente la possibilità di limitarne la sua pulizia ed il suo rifornimento.

Vediamo immediatamente quale sia il materiale più efficiente per produrre un buon pellet ad alto potere calorifico.

Come avviare la produzione di pellet in casa?

Il procedimento per realizzare il pellet comodamente da soli a casa è molto semplice e si compone di 3 fasi:

  1. Triturazione rami e legna verde
  2. Essiccazione
  3. Produzione pellet

Oltre ad aver la materia prima, ovvero gli scarti del legno, ci si dovrà munire di una serie di strumenti:

  1. Biotrituratore
  2. Igrometro
  3. Collante
  4. Pellettatrice


    1. La triturazione del legno

Molto spesso c’è un approccio superficiale alla produzione di pellet e si pensa erroneamente che, dal legno alla carta, passando per la segatura, possa andare bene tutto: l’importante è che sia compresso! Questo, però, è vero solo in parte.

Per un buon pellet, sia in termini di compattezza dei cilindri e di potere calorifico, l’ideale è munirsi di cippato proveniente da scarti di potatura e comunque di qualunque tipologia di legno.

Un pellet prodotto da cippato di legno vergine, infatti, avrà una resa calorifica migliore rispetto ad un pellet prodotto da segatura. Inoltre, sarà maggiormente resistente, dato che non si sbriciola durante il rimessaggio. Uno degli indicatori per valutare la qualità del pellet, infatti, è vedere quanti cilindri si possono spezzare, appena avvenuta la produzione. 

Potere calorifero del pellet

Gli scarti di rami e legna verde vanno triturati con un biocippatore, e ridotti a cippato dalle dimensioni di 2-3 cm. Questo primo cippato ancora non va bene per il nostro obiettivo finale: è troppo grande per essere lavorato dalla pellettatrice e dovremo fare una seconda triturazione che porti le dimensioni del cippato intorno agli 8 mm. Occorre scegliere un biotrituratore che preveda la possibilità di montare un setaccio con fori di tali dimensioni.


    2. La scelta del biotrituratore

In commercio si possono trovare diversi tipi di biotrituratore, che si diversificano per alimentazione o modalità di triturazione del legno. Per un buon pellet, compatto e che non si sbricioli, occorre dotarsi di cippato piccolo e regolare, che abbia dimensioni inferiori ai 10 mm. Proprio per questo, l’ideale è munirsi di un biocippatore che preveda il montaggio di un setaccio con fori da 8mm. Oltre il 90% dei biotrituratori presenti in commercio rendono un cippato di dimensioni che variano fra i 2 o 3 cm. Fra i pochi che rappresentano una proposta professionale e davvero efficiente producendo un cippato dalle dimensioni indicate riportiamo solo a titolo di esempio biotrituratori della AgriEuro, o della Ceccato Olindo.

*Si consiglia la lettura della guida all’acquisto del miglior biotrituratore.

Consiglio: hai già un biotrituratore, ma ha i vagli intercambiabili? Tranquillo, puoi sempre acquistare un mulino frangilegno, che ridurrà il cippato prodotto alle dimensioni richieste. 


    3. L’essiccazione

Questa seconda operazione consiste nel far asciugare il cippato. Seppur in ordine cronologico sia posta al secondo posto, questa operazione può essere fatta anche fra la prima e la seconda triturazione. Per asciugare il cippato, non servono particolari strumenti: basterà lasciarlo all’aperto, durante una bella giornata di sole. 

Igrometro o MISURATORE DI UMIDITA’

Come facciamo a capire quando è il momento di procedere ed andare avanti? Come misuro il grado di umidità del cippato? Semplice, ci verrà in aiuto uno strumento piccolo ma molto utile: l’igrometro o misuratore di umidità.

L’Igrometro permette di misurare il grado di umidità presente nella biomassa da pellettizzare. L’intervallo di umidità consentito è approssimativamente di 10%-14% (indipendentemente dal tipo di materiale e dalla sua pezzatura). Raccomandiamo pertanto di verificare costantemente l’umidità al fine di avere una produzione di pellet con caratteristiche soddisfacenti.

Immagine di un igrometro in azione


    4. Preparazione del pellet

Finalmente siamo pronti a realizzare il nostro pellet. Per fare ciò, dobbiamo avere una buona pellettatrice ovvero la macchina, che tramite un processo meccanico, comprima il cippato.

Si trovano, sparsi per il web, diversi tentativi di macchine autoprodotte, che seppur sembrino interessanti come invenzioni, non tengono conto di alcuni fattori come sicurezza, efficienza energetica e manutenzione. Inoltre, e ci teniamo a ribadirlo, il buon funzionamento della macchina sarà dato anche dal materiale che viene immesso nella trafila. Lontano dalle più classiche convinzioni, la segatura fine, da fresatrice, non è adatta, così come i trucioli che risultano lunghi, spessi e con dimensioni irregolari. 

segatura non adatta al pellet

L’ideale rimane sempre il cippato da potatura, da scarti, da legno pulito. Tra le varie tipologie presenti in natura, possiamo dividere principalmente il legno in due grandi categorie: con e senza resina. I legni più diffusi come faggio, betulla, pioppo, leccio, quercia hanno un basso contenuto di resina e quindi si posso integrare con legno di piante aghiformi come pino, abete, cedro, in genere in una percentuale intorno al 40%, per garantire la perfetta compattazione da parte della pellettatrice ovvero la fuoriuscita dalla trafila di chicchi di pellet di almeno 2 cm di lunghezza. Inoltre, al di là dei tipi di materia sopra citati,  andremo ad usare un collante per tutte le tipologie di legno a basso contenuto di resina, che necessitano di un legante per compattarsi e che permetta di aumentare la produttività oraria della pellettatrice. Anche se esistono diverse soluzioni più o meno naturali che spaziano dall’uso del mais o di sanse di olio, noi consigliamo l’utilizzo di un collante specifico per la produzione di pellet da aggiungere in percentuale fra lo 0,5 ed il 2%, a seconda del tipo di legno utilizzato.

Consiglio: usare un po’ di collante, anche su legni con resina, può tornare utile per alzare il grado di umidità. 

Comments

  1. Sutera Gaetano Rispondi

    Si possono usare le foglie del cipresso ?

    • Simone M. Rispondi

      No, l’unico materiale consigliato per produrre pellet è il cippato.

      • FULVIO Rispondi

        ciao che tipo di pellettatrice hai ? modello dove acquistata saluti

    • fulvio Rispondi

      ciao buonasera che modello hai di pellettatrice ?

  2. EGIDIO Rispondi

    buongiorno la potatura di olivo e buona per fare pellet

    Grazie

  3. Daniele Delprato Rispondi

    buongiorno
    ho comprato una pellettatrice ma ho notatoche fa fatica a produrre pellet
    il materiale utilizzato e cippato di nocciolo con aggiunta di collante a base di mais …cosa mi consigliate di fare per migliorare la produzione .
    la percentuale di umidita si aggira intorno hai 10%
    devo aumentare la sezione dei fori della trafila o addirittura bassarla ?

    • Simone Rispondi

      Buongiorno Daniele, per informazioni dettagliate dovremmo conoscere il modello di pellettatrice, comunque se il cippato di nocciolo è legno sono necessarie delle trafile di compressione da 20 mm con una percentuale di umidità del 10% e come collante farina di mais per una percentuale di circa il 2%. Se invece per cippato di nocciolo si intende un materiale ottenuto dai suoi gusci, vanno prima di tutto resi di piccole dimensioni e reidratati, per poi essere lavorati da trafile di compressione da 26/28 mm.

  4. Oscar Rispondi

    Buongiorno, ho comprato una pellettatrice Ceccato per fare pellets da segatura di risulta da una vecchia segheria. La trafila si inceppa di continuo e non so più dove sbattere la testa. L’ ho sostituita passando da una trafila da 22 mm ad una da 18 mm. Può darsi che la segatura di puro larice sia troppo ricca di resina e causi l inceppamento della trafila? Ho provato a miscelarla con segatura di abete rosso. Ma niente.

    • Simone Rispondi

      Ciao Oscar,
      Escluderei che la segatura di larice causi l’inceppamento visto che è tra le segature migliori per la realizzazione del pellet, ecco alcuni consigli per provare a risolvere il problema:
      Per prima cosa prova ad utilizzare l’apposita miscela per lucidatura di rulli e trafile che aiuta a risolvere proprio eventuali intasamenti, questa è presente tra gli accessori correlati alle nostre pellettatrici.
      https://www.agrieuro.com/pellettatrici-c-1058.html
      Un altro aspetto molto importante da valutare è la percentuale di umidità del legno utilizzato, operazione che richiede molta precisione e da effettuare attraverso un apposito igrometro, anche questo venduto come correlato nei nostri prodotti.
      Questa per un ottimale lavorazione deve attestarsi intorno al 12%. Se questa percentuale nel materiale che stai utilizzando è troppo alta devi aspettare che la legna si asciughi correttamente, se invece al contrario è troppo bassa, un ottima soluzione può essere quella di miscelare scrupolosamente la segatura con un pò di acqua fino al raggiungimento della percentuale indicata.
      Se anche con questi accorgimenti, i problemi persistessero, non esitare a contattare il nostro servizio assistenza, per un ulteriore aiuto.

  5. Gianni Rispondi

    Buongiorno.
    Qualcuno ha mai provato con il legno di bancale?
    Si tratta per la maggior parte di legno scarso, di pino, vista la quantità di resina.
    Operando in modo da eliminare tutti i chiodi ed ottenere delle tavolette da cippare, per poi passare alla pellettatrice?
    Grazie – Ciao.

  6. Angelo Scalise Rispondi

    Buona sera ho acquistato una plt 50 ho a disposizione un po di segatura molto fine quasi polvere.va bene per pellettarla?

    • Simone Rispondi

      Ciao Angelo,

      Per il modello PLT 50 solitamente la segatura può andare bene per la produzione di pellet.
      Mi raccomando di seguire sempre con cura tutte le raccomandazioni prima della produzione, rispettando quindi una granulometria idonea del materiale.

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